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La Pesca Tradizionale del Lago Trasimeno diventa Presidio Slow Food

Il Trasimeno è il lago più antico d’Italia e il quarto per estensione. Un lago laminare, con una profondità massima di soli 6 metri. Qui, i pescatori portano avanti una pesca di cattura in modo passivo e sostenibile: le reti vengono lasciate immerse in acqua ad aspettare il pesce. È così possibile tutelare la biodiversità senza danneggiare le risorse ittiche locali.

 

La pesca tradizionale del Lago Trasimeno entra a far parte dei Presìdi Slow Food dell’Umbria. Praticata da quasi tremila anni, si distingue per il suo approccio altamente sostenibile e mai aggressivo, rispettoso dell’intero ecosistema.
Si tratta di una pesca passiva: i pescatori stendono le reti e attendono che il pesce, muovendosi, rimanga imprigionato nelle maglie. Funziona così da tremila anni, da quando l’uomo ha cominciato ad abitare le coste del lago.
In quanto pesca di attesa, risulta anche altamente sostenibile: è pressoché impossibile che l’attività si intensifichi al punto da intaccare le riserve di pesce nel lago. Per lo stesso motivo, però, è anche fortemente imprevedibile, in quanto non è possibile stabilire quotidianamente di quali pesci si potranno rifornire i ristoranti, i negozi o le altre pescherie. Se, da un lato, questo rappresenta un ostacolo economico, dall’altro nasconde un vantaggio: quello di non rischiare di mettere in crisi gli stock ittici.

A dispetto di una profondità mai superiore ai 6 metri, il Trasimeno abbonda di specie pregiate. I protagonisti sono il Persico reale, la carpa, il pesce gatto, latterino, la tinca, il persico-trota, l’anguilla e il capitone, tutte specie ittiche comprese nel disciplinare che regola il Presidio Slow Food.
L’opportunità di diventare Presidio Slow Food arriva in un momento storico importante, in cui il mestiere del pescatore deve coniugare tradizione e innovazione, buone pratiche e sostenibilità economica.
Fare economia tenendo a mente le generazioni future è un altro tassello verso la giusta condivisione di strategie comuni a salvaguardia dell’ambiente, per preservare l’immagine lasciata in eredità da chi ha dedicato la propria vita al lago. Ad oggi, sono una cinquantina i pescatori professionisti attivi aderenti alle due cooperative del Trasimeno, ma va evidenziato come negli ultimi tempi l’età media si sia abbassata di molto, merito dei tanti giovani che recentemente si sono avvicinati al mondo della pesca.

Cosa farà Slow Food

Proprio l’adesione di nuovi giovani pescatori ha ridato entusiasmo e motivazione a raccontare e promuovere la conoscenza del pesce di lago nel territorio. E Slow Food sostiene il loro impegno e il loro sforzo.

Guardando al futuro, il riconoscimento come Presidio potrà inserirsi bene anche nel progetto di tutela dell’ecosistema lago, inteso sia dal punto di vista ambientale sia come risorsa per chi vive nei borghi rivieraschi. La cooperazione tra gli istituti alberghieri della regione e i cuochi della rete di osterie di Slow Food sarà uno strumento per ridare nuova veste e nuova linfa anche alle ricette tradizionali, per riproporle andando incontro al gusto moderno; è questo un aspetto di fondamentale importanza, poiché un progetto che nasce dalla storia millenaria del lago avrà un futuro solo se i giovani saranno coinvolti da protagonisti: non sarà solo raccontare loro come si faceva e come si fa, ma ascoltare il loro punto di vista per lavorare insieme sulla giusta riproposizione dei gusti di questi prodotti straordinari e ricchi di prospettive.

Slow Food Umbria contribuirà dunque a valorizzare le ricette legate al pescato, non sempre di facile esecuzione, ma di sicuro gradimento per il consumatore e per il turista. I ragazzi potranno mettersi alla prova confrontandosi direttamente con i pescatori e i professionisti della ristorazione lacustre, per ricambiare quanto impareranno dalle generazioni che li hanno preceduti.

 

Per conoscere a fondo la storia e le tradizioni, il Museo della Pesca di San Feliciano propone un ricchissimo percorso espositivo che, con il suo approccio multidisciplinare, racconta la realtà naturale e antropica di tutto il lago. Entrare in questo museo significa per il visitatore perdere la sua abituale cognizione di abitante della terra ed immergersi nel mondo fluido dell’acqua, seguendo passo dopo passo una storia affascinante e poco nota, per comprendere la grandiosità e i messaggi che vengono da tradizioni, consuetudini, saperi e saggezza popolare.

 

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La pesca tradizionale del Lago Trasimeno entra a far parte dei Presìdi Slow Food dell’Umbria. Praticata da quasi tremila anni, si distingue per il suo approccio altamente sostenibile e mai aggressivo, rispettoso dell’intero ecosistema.
Si tratta di una pesca passiva: i pescatori stendono le reti e attendono che il pesce, muovendosi, rimanga imprigionato nelle maglie. Funziona così da tremila anni, da quando l’uomo ha cominciato ad abitare le coste del lago.
In quanto pesca di attesa, risulta anche altamente sostenibile: è pressoché impossibile che l’attività si intensifichi al punto da intaccare le riserve di pesce nel lago. Per lo stesso motivo, però, è anche fortemente imprevedibile, in quanto non è possibile stabilire quotidianamente di quali pesci si potranno rifornire i ristoranti, i negozi o le altre pescherie. Se, da un lato, questo rappresenta un ostacolo economico, dall’altro nasconde un vantaggio: quello di non rischiare di mettere in crisi gli stock ittici.

A dispetto di una profondità mai superiore ai 6 metri, il Trasimeno abbonda di specie pregiate. I protagonisti sono il Persico reale, la carpa, il pesce gatto, latterino, la tinca, il persico-trota, l’anguilla e il capitone, tutte specie ittiche comprese nel disciplinare che regola il Presidio Slow Food.
L’opportunità di diventare Presidio Slow Food arriva in un momento storico importante, in cui il mestiere del pescatore deve coniugare tradizione e innovazione, buone pratiche e sostenibilità economica.
Fare economia tenendo a mente le generazioni future è un altro tassello verso la giusta condivisione di strategie comuni a salvaguardia dell’ambiente, per preservare l’immagine lasciata in eredità da chi ha dedicato la propria vita al lago. Ad oggi, sono una cinquantina i pescatori professionisti attivi aderenti alle due cooperative del Trasimeno, ma va evidenziato come negli ultimi tempi l’età media si sia abbassata di molto, merito dei tanti giovani che recentemente si sono avvicinati al mondo della pesca.

Cosa farà Slow Food

Proprio l’adesione di nuovi giovani pescatori ha ridato entusiasmo e motivazione a raccontare e promuovere la conoscenza del pesce di lago nel territorio. E Slow Food sostiene il loro impegno e il loro sforzo.

Guardando al futuro, il riconoscimento come Presidio potrà inserirsi bene anche nel progetto di tutela dell’ecosistema lago, inteso sia dal punto di vista ambientale sia come risorsa per chi vive nei borghi rivieraschi. La cooperazione tra gli istituti alberghieri della regione e i cuochi della rete di osterie di Slow Food sarà uno strumento per ridare nuova veste e nuova linfa anche alle ricette tradizionali, per riproporle andando incontro al gusto moderno; è questo un aspetto di fondamentale importanza, poiché un progetto che nasce dalla storia millenaria del lago avrà un futuro solo se i giovani saranno coinvolti da protagonisti: non sarà solo raccontare loro come si faceva e come si fa, ma ascoltare il loro punto di vista per lavorare insieme sulla giusta riproposizione dei gusti di questi prodotti straordinari e ricchi di prospettive.

Slow Food Umbria contribuirà dunque a valorizzare le ricette legate al pescato, non sempre di facile esecuzione, ma di sicuro gradimento per il consumatore e per il turista. I ragazzi potranno mettersi alla prova confrontandosi direttamente con i pescatori e i professionisti della ristorazione lacustre, per ricambiare quanto impareranno dalle generazioni che li hanno preceduti.

 

Per conoscere a fondo la storia e le tradizioni, il Museo della Pesca di San Feliciano propone un ricchissimo percorso espositivo che, con il suo approccio multidisciplinare, racconta la realtà naturale e antropica di tutto il lago. Entrare in questo museo significa per il visitatore perdere la sua abituale cognizione di abitante della terra ed immergersi nel mondo fluido dell’acqua, seguendo passo dopo passo una storia affascinante e poco nota, per comprendere la grandiosità e i messaggi che vengono da tradizioni, consuetudini, saperi e saggezza popolare.